Roma, 19 ott. (LaPresse) – La decisione del Parlamento europeo di assegnare il Premio Sakharov per la libertà di pensiero 2023 a Mahsa Amini e al Movimento per la libertà e la vita in Iran “ci rende felici e ci onora. E’ una scelta fondamentale perché riconosce la lotta del popolo iraniano per liberarsi da questa prigionia che dura ormai da 43 anni. La morte di Mahsa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. Lo dice a LaPresse Azar Karimi, portavoce dell’associazione Giovani iraniani in Italia. Karimi ricorda anche “migliaia di prigionieri politici” e la figura di Maryam Akbari Monfared “condannata a 15 anni di prigione nel 1999 semplicemente per aver chiesto informazioni sui suoi familiari che erano stati uccisi nel massacro del 1988”. Infine l’associazione chiede all’Ue che vengano effettuati anche dei passi concreti, a partire “dall’inserimento dei Pasdaran nella lista delle organizzazioni terroristiche”.