Dal 15 ottobre ad oggi, massacri e sequestri di ostaggi non combattenti, bombardamenti, enormi spargimenti di sangue e sfollamenti di massa hanno sconvolto il mondo intero e tutti chiedono che questa strage e distruzione si fermi. A proposito, come si può porre fine a questa terribile tragedia? E, più importante, come si può prevenire la ripetizione di tali atrocità?
Di fronte alla crisi e alla catastrofe bellica del Medio Oriente, non esiste una soluzione definitiva che ignori il regime e l’origine di questa guerra, ovvero l’autoritarismo religioso dominante in Iran.
Il massacro di innocenti, da qualsiasi parte provenga, giova solo a Khamenei e ai Pasdaran. La testa del serpente è a Teheran. È lì che viene perpetrato il terrorismo e l’incitamento alla guerra.
Khamenei, al momento di emettere quest’ordine, riteneva accettabile il verificarsi di un massacro di massa. Tuttavia, questi atti criminali hanno una storia di 44 anni. Nel 1988, Khamenei e i suoi complici, in un breve periodo di tempo e sulla base della fatwa di Khomeini, commisero l’omicidio di massa di 30.000 prigionieri politici. In questi anni hanno ucciso 120.000 dissidenti politici. Nel novembre 2019, su ordine di Khamenei, hanno ucciso 1.500 manifestanti. La politica di sopravvivenza del regime Ahmadi si è sempre basata sul soffocamento e sulla repressione del popolo iraniano, nonché sul terrorismo contro la comunità globale.
Il regime clericale è nemico della pace e si oppone con tutte le sue forze a una pace giusta e duratura. Se non ci fosse il dominio del governo teocratico, non ci sarebbero notizie di guerra nello Yemen. Non si verificherebbero massacri e distruzioni in Siria. L’Iraq non sarebbe un luogo sicuro per gli estremisti sciiti e sunniti come l’ISIS, e non ci sarebbe la guerra attuale.
Negli ultimi quarant’anni, la complicità con questo regime è stata un fattore importante di guerra e instabilità nella regione. Per evitare di ripetere gli errori del passato, è necessario adottare una politica decisa nei confronti del regime e sostenere la lotta del popolo e della resistenza iraniana per porre fine all’esistenza di questo regime.
La soluzione è la resistenza iraniana e un’alternativa democratica che lotta per un Iran libero, pacifico e senza armi atomiche, e che promuove una repubblica basata sulla separazione della religione dallo Stato e sull’autonomia delle nazioni oppresse.
Nel cuore della crisi del Medio Oriente si trova una grande verità: l’origine principale dell’aggressione bellica e del terrorismo nella regione è a Teheran.
Di fronte a ciò, proponiamo una soluzione che comprende queste quattro azioni:
L’elenco del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica come organizzazione terroristica.
L’attivazione del meccanismo trigger nella Risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza e l’assicurazione dell’applicazione completa delle risoluzioni del Consiglio riguardanti i programmi atomici del regime e le sanzioni globali.
Dichiarare il regime come una minaccia concreta per la pace e la sicurezza mondiale e collocarlo sotto il Capitolo Sette della Carta delle Nazioni Unite.
Riconoscere ufficialmente la lotta del popolo iraniano per rovesciare il regime e l’eroica battaglia dei giovani ribelli contro il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica.