In una lettera aperta indirizzata al capo della politica estera dell’UE Josep Borrell e al segretario di Stato americano Antony Blinken, un gruppo di ex ministri degli esteri ha espresso gravi preoccupazioni per le crescenti violazioni dei diritti umani e le attività maligne perpetrate dal regime iraniano.
La lettera sottolinea il deterioramento della situazione dei diritti umani in Iran e il coinvolgimento del regime in attività come la presa di ostaggi, l’inseguimento nucleare, il sostegno ai proxy terroristici in Medio Oriente e l’interferenza nella guerra in Ucraina.
Gli ex ministri degli esteri chiedono alle potenze mondiali di rivalutare le loro politiche iraniane in linea con le aspirazioni democratiche del popolo iraniano, che ha coraggiosamente protestato contro le tattiche oppressive del regime. La lettera sottolinea l’intensificazione delle tattiche terroristiche del regime, tra cui oltre 860 esecuzioni dall’inizio del 2023, e la sua allarmante espansione di attività maligne oltre i confini dell’Iran.
Inoltre, la lettera chiede solidarietà al popolo iraniano e alla sua ricerca di una repubblica laica, democratica e non nucleare, come si riflette nel Piano in dieci punti del Consiglio Nazionale della Resistenza iraniana (NCRI). Chiede un’azione concreta, compresa la lista nera dell’IRGC da parte dell’Unione europea, in linea con una risoluzione adottata dal Parlamento europeo nel gennaio 2023.
Il testo integrale della suddetta lettera segue:
Lettera aperta all’Alto Rappresentante dell’UE e al Segretario di Stato americano
A: Josep Borrell, Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Antony Blinken, Segretario di Stato USA
Copia: On. António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite
Leader dei 27 Stati membri dell’Unione Europea
18 Gennaio 2024
Caro Alto Rappresentante Borrell e il Segretario Blinken,
Noi, ex ministri degli esteri dei nostri rispettivi paesi, siamo profondamente preoccupati per il deterioramento della situazione dei diritti umani in Iran e per le continue attività maligne del regime, tra cui la presa di ostaggi, l’inseguimento nucleare, il sostegno ai proxy terroristici in Medio Oriente e il coinvolgimento nella guerra in Ucraina. Nell’interesse della pace e della sicurezza globale, esortiamo le potenze mondiali a rivedere la loro politica iraniana e ad allinearla alle richieste democratiche dei manifestanti iraniani.
Nell’ultimo anno, il popolo iraniano ha sfidato una brutale repressione e ha combattuto coraggiosamente per la sua libertà. Meritano la nostra massima ammirazione e rispetto.
Il regime clericale ha risposto con il terrore intensificato sia in patria che all’estero. Dall’inizio del 2023, ha giustiziato oltre 860 persone, tra cui dissidenti, minoranze etniche e donne.
Il regime ha anche continuato le sue attività maligne oltre i suoi confini. I suoi agenti di intelligence sono stati coinvolti in complotti terroristici contro gli oppositori, e il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie islamiche (IRGC) ha fornito droni alla Russia nella sua guerra contro l’Ucraina. In Medio Oriente, il Leader supremo del regime Ali Khamenei incita alla guerra, mentre il suo regime sostiene gruppi terroristici che interrompono la pace.
La debole risposta dell’Occidente alla diplomazia degli ostaggi del regime, con conseguente rilascio del suo diplomatico-terrorista condannato e lo scongelamento di oltre 6 miliardi di dollari, ha incoraggiato i mullah a esercitare maggiore pressione sulle democrazie occidentali. Ci sono rapporti recenti secondo cui agenti iraniani si sono infiltrati nei principali centri politici occidentali con l’obiettivo di influenzare le politiche a favore del regime e demonizzare l’opposizione organizzata.
Inoltre, il rapido arricchimento dell’uranio da parte del regime, come confermato da recenti rapporti del cane da guardia nucleare delle Nazioni Unite, solleva serie preoccupazioni sulle sue ambizioni nucleari.
È evidente che le politiche di dialogo costruttivo, impegno e conciliazione non sono riuscite a moderare il comportamento dell’Iran. Al contrario, hanno incoraggiato il regime a impegnarsi in più terrorismo, presa di ostaggi e repressione. Dopo più di quattro decenni, è tempo di riconoscere il fallimento di queste politiche e adottare una nuova strategia.
La rivolta nazionale in Iran, iniziata nel settembre 2022, ha cambiato radicalmente le dinamiche del paese. Il popolo iraniano ha chiarito che rifiuta qualsiasi forma di dittatura, sia monarchica che religiosa e chiede la fine della teocrazia dominante.
Il futuro dell’Iran dovrebbe e sarà determinato dal popolo iraniano stesso. Tuttavia, la comunità internazionale ha la responsabilità di sostenere la lotta del popolo iraniano per i diritti umani e la democrazia, che contribuirà anche alla pace e alla sicurezza nel mondo. Ci uniamo ai 125 ex leader mondiali che hanno sostenuto gli sforzi della coalizione democratica del Consiglio Nazionale della Resistenza iraniana (NCRI). Il piano in dieci punti articolato dalla presidente del CNRI, Maryam Rajavi, che chiede elezioni libere, libertà di riunione e di espressione, abolizione della pena di morte, uguaglianza di genere, separazione tra religione e stato, autonomia per le etnie iraniane all’interno dell’integrità territoriale dell’Iran e un Iran non nucleare, si allinea ai nostri valori democratici.
È tempo di ritenere i leader del regime, tra cui il leader supremo Khamenei e il suo presidente Ebrahim Raisi, responsabili di crimini contro l’umanità, tra cui il massacro del 1988 di circa 30.000 prigionieri politici e le uccisioni in corso di manifestanti. Vi esortiamo a essere solidali con il popolo iraniano e le sue aspirazioni per una repubblica laica, democratica e non nucleare. Come primo passo cruciale, esortiamo l’UE a inserire nella lista nera l’IRGC in linea con la risoluzione del 19 gennaio 2023 adottata dal Parlamento europeo.
Cordiali saluti,
SOTTOSCRITTA:
Bernard Kouchner – Former Foreign Minister of France
John Baird – Former Foreign Minister of Canada
Yves Leterme – Former Foreign Minister of Belgium
Dick Spring – Former Foreign Minister of Ireland
Andrzej Olechowsk – Former Foreign Minister of Poland
Péter Balázs – Former Foreign Minister of Hungary
Audronius Ažubalis – Former Foreign Minister of Lithuania
Tonio Borg – Former Foreign Minister of Malta
Francis Zammit Dimech – Former Foreign Minister of Malta
Artis Pabriks – Former Foreign Minister of Latvia
Enver Hoxhaj – Former Foreign Minister of Kosovo
Fonte:NCRI