Conferenza alla camera dei deputati sostiene la libertà e la resistenza in Iran per la pace e la sicurezza globali, appello firmato dalla maggioranza dei deputati italiani

La maggioranza dei Deputati della Camera insieme in un’iniziativa trasversale:
un appello a tutti i governi affinché sostengano il programma in 10 punti della signora Maryam Rajavi, riconoscano il diritto delle Unita’ di resistenza a opporsi al Corpo dei Pasdaran, assicurino alla giustizia i responsabili del massacro del 1988 e designino il Corpo dei Pasdaran come organizzazione terroristica.

L’appello, firmato dalla maggioranza dei Deputati della Camera, annovera tra i firmatari 4 Vicepresidenti della Camera,12 Presidenti di Commissioni parlamentari, 6 Capigruppo parlamentari e 3 ex Vicepresidenti del Consiglio dei Ministri.

Maryam Rajavi: “Spero che il governo italiano adotti le indicazioni contenute in questo appello per guidare una nuova politica dell’UE nei confronti dell’Iran, che includa l’inserimento dei Pasdaran nella lista delle organizzazioni terroristiche.”

“In contrapposizione con la politica di accondiscendenza, l’appello firmato dalla maggioranza della Camera dei Deputati richiama l’attenzione della comunità internazionale su una delle più gravi minacce alla pace e alla sicurezza mondiali e fornisce una soluzione globale a essa.”

Giovedì, in una conferenza stampa tenutasi alla camera dei deputati, è stato presentato un appello dal titolo “Sostenere la libertà e la resistenza in Iran per la pace e la sicurezza nel mondo”, sostenuto dalla maggioranza transpartitica dei Deputati della Camera,

Alla conferenza, tenutasi presso la Sala Stampa di Palazzo Montecitorio, hanno preso parte: l’On. Naike Gruppioni, membro della Commissione Affari esteri, il Sen. Giulio Maria Terzi, presidente della Quarta Commissione del Senato italiano e già Ministro degli Esteri, l’On. Emanuele Pozzolo, membro della Commissione Affari esteri, l’On. Elisabetta Zamparutti, dell’Ass. Nessuno Tocchi Caino, il Prof. Antonio Stango, presidente della Federazione Italiana per Diritti Umani.

La signora Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio nazionale della resistenza iraniana per il periodo di transizione, ha tenuto un discorso video in diretta.

L’appello affronta diversi punti, tra cui: la brutale repressione della pacifica rivolta del popolo iraniano nel settembre 2022 e la privazione del popolo iraniano di ogni diritto, politico e civile; il ruolo del regime iraniano come forza trainante della guerra e degli attacchi in Medio Oriente ai danni della navigazione marittima e del libero scambio nel Mar Rosso; il ruolo di leader del bellicismo ricoperto del governo dei mullah, con particolare riferimento al Corpo dei Pasdaran e ai gruppi finanziati dal regime come agenti di diffusione del terrore e di ostacolo alla pace e alla sicurezza nella regione e nel mondo.

L’appello, sottoscritto dalla maggioranza dei Deputati della Camera, condanna la grave violazione dei diritti umani in Iran, in particolare la repressione delle donne, e chiede che i responsabili del massacro del 1988 siano assicurati alla giustizia per crimini contro l’umanità ancora in corso.
La dichiarazione sostiene il diritto del popolo iraniano a godere di un sistema democratico e invita tutti i governi a sostenere il Programma in dieci punti della signora Maryam Rajavi, presidente del Consiglio nazionale della resistenza iraniana, per una repubblica democratica basata sulla separazione tra religione e Stato e la parità di genere.

L’appello condanna fermamente le azioni del regime iraniano contro i dissidenti iraniani residenti ad Ashraf-3, in Albania, e sottolinea i loro diritti nel quadro della Convenzione di Ginevra del 1951 e della Convenzione europea sui diritti umani.

L’appello, sottoscritto della maggioranza transpartitica dei Deputati della Camera, sottolinea ” Poiché il regime iraniano ha bloccato tutte le strade politiche per il cambiamento, il mondo libero deve riconoscere il diritto del popolo iraniano a sollevarsi e il diritto delle Unità di Resistenza a confrontarsi con l’IRGC [Guardie rivoluzionarie/IRGC]”.
La dichiarazione condanna il ruolo distruttivo del regime iraniano in Medio Oriente e la sua politica bellicista e chiede l’inserimento del Corpo dei Pasdaran (IRGC) nella lista delle organizzazioni terroristiche e l’attuazione di sanzioni petrolifere contro il regime.

La sig.ra Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio nazionale della resistenza iraniana, l’opposizione democratica al regime dei mullah, in riferimento all’appello firmato dalla maggioranza dei Deputati italiani, ha dichiarato nel suo intervento: “Il fatto che la maggioranza dei Deputati indichi nel regime teocratico, nei suoi Pasdaran e nei gruppi armati da esso finanziati il principale ostacolo alla pace regionale e mondiale, invocando il riconoscimento del diritto degli iraniani e delle Unita’ di resistenza ad affrontare le forze repressive dei mullah, è indice di una corretta analisi dell’attuale crisi internazionale.”

La sig.ra Rajavi ha aggiunto: “Spero che il governo italiano adotti le indicazioni contenute in questo appello per guidare una nuova politica dell’UE nei confronti dell’Iran, che preveda l’inserimento del Corpo dei Pasdaran nella lista delle organizzazioni terroristiche.”

Sono inoltre intervenuti l’on Gruppioni, che ha presieduto la conferenza stampa, il sen. Giulio Terzi, l’on. Pozzolo e l’On. Elisabetta Zamparutti.

L’on. Naike Gruppioni, che ha presieduto la conferenza, ha dichiarato: “Voglio inviare un messaggio alle mie sorelle iraniane, gridando il loro slogan: “Donna, resistenza, libertà”. Il regime iraniano esercita una violenza inaudita sulle donne e questa violenza ha radici politiche. Noi che facciamo politica ci dobbiamo sentire responsabili, altrimenti non saremo all’altezza delle donne iraniane.
Non a caso a capo della Resistenza Iraniana c’è una donna, la signora Maryam Rajavi, che è stato più volte nel Parlamento italiano. Noi, sostenendo la lotta di Maryam Rajavi, siamo certi che nell Iran del futuro ci sarà uguaglianza.”

Il sen. Giulio Terzi è poi intervenuto affermando: “Esprimiamo certamente il nostro sostegno alle donne coraggiose iraniane e alla presidente Maryam Rajavi. Vista la situazione, siamo ragionevolmente ottimisti sul futuro. Il regime iraniano è in difficoltà ed è fragile, soprattutto ora che si è capito che la testa del serpente è in Iran, è a Teheran. Il regime iraniano corrompe la nostra società attraverso la disinformazione. In Iran i pasdaran e i basiji reprimono le donne e noi dobbiamo incentrarci sul e chiedere il loro inserimento nella lista terroristica. Questi, attraverso i loro proxy, operano in Libano, Siria, Yemen e Iraq e perfino in America latina. In Iran è in atto una rivoluzione permanente perché gli iraniani sono assettati di libertà. Anche le risoluzioni approvate nel Parlamento europeo chiedono l’inserimento del Corpo dei pasdaran nella lista delle organizzazioni terroristiche. Questo significa anche rendere giustizia ai Mojahedin del popolo che lottano da decenni e hanno sofferto e fatto enormi sacrifici. Come si fa a liberare Assadi condannato da un tribunale di un paese europeo?”.

Tra gli oratori anche l’On. Emanuele Pozzolo, che ha precisato: “Ci fanno spesso questa domanda, perché noi, noi italiani, ci dobbiamo occupare dell’Iran? Ora che tutti hanno capito che dietro l’attacco dell’7 ottobre c’è la regia iraniana, la risposta è semplice. Noi sosteniamo la battaglia dei Mojahedin del popolo e della signora Maryam Rajavi, perché quella battaglia è anche la nostra. La battaglia degli iraniani è la battaglia di tutto il mondo, perché il regime iraniano è un pericolo per tutto il mondo, perché la visione della Resistenza iraniana è un bene per tutto il mondo, perché la Resistenza iraniana non vuole solo rovesciare la dittatura, ma offre anche un progetto per il futuro. Noi dobbiamo sostenere i patrioti iraniani ad Ashraf 3, in Albania.”

L’on. Elisabetta Zamparutti ha sottolineato: “A capo della Resistenza iraniana c’è una donna e questo è importante per la lotta non violenta. La battaglia della Resistenza oggi è una battaglia tra il totalitarismo e la libertà, in questa battaglia come si fa non stare accanto alla Resistenza iraniana? Prendere la parte della Resistenza iraniana significa prendere la parte migliore di noi, significa non essere indifferenti.”

Fonte: NCRI

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