di Ester Palma
Oltre 200 parlamentari hanno firmato per chiedere di fermare la repressione per sostenere la lotta del popolo iraniano
Non si ferma la macchina di morte in Iran: nelle ultime settimane il regime ha giustiziato altre 80 persone, fra cui anche una 19enne che ne aveva 16 al momento dell’arresto. Per fermare le esecuzioni e sostenere la resistenza delle donne iraniane per la libertà, è stato presentato un appello, firmato da oltre 200 deputati italiani a sostegno alla lotta del popolo iraniano per la libertà.
Maryam Rajavi: « Serve una nuova politica dell’UE verso l’Iran»
Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio nazionale della resistenza iraniana, in riferimento all’appello firmato dalla maggioranza dei Deputati italiani, ha commentato: «Il fatto che i deputati italiani indichino nel regime teocratico, nei suoi Pasdaran e nei gruppi armati che finanziano il principale ostacolo alla pace regionale e mondiale, invocando il riconoscimento del diritto degli iraniani e dei Nuclei di resistenza ad affrontare le forze repressive dei mullah, è indice di una corretta analisi dell’attuale crisi internazionale». E ha aggiunto: «Spero che il governo italiano adotti le indicazioni contenute in questo appello per guidare una nuova politica dell’UE nei confronti dell’Iran, che preveda l’inserimento del Corpo dei Pasdaran nella lista delle organizzazioni terroristiche».
Una nuova ondata di violenza e repressione
«In questo periodo la dittatura religiosa al potere in Iran, nel timore di una nuova rivolta del popolo e dei giovani, ha scatenato un’ulteriore ondata di esecuzioni e intensificato la repressione, in particolare contro le donne e le ragazze, in prima linea nelle proteste del settembre 2022, dopo la morte di Mahsa Amini, la ragazza uccisa per non aver indossato il velo nel modo corretto. E siccome da allora le proteste continuano, il regime reagisce con la violenza, secondo le informazioni raccolte dal Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, l’alternativa democratica al regime clericale: «Il regime ha inoltre dato il via a un’ulteriore escalation tramite le guerre per procura nella regione e il terrorismo al di fuori dei propri confini, con l’obiettivo di prevenire una rivolta da parte del popolo iraniano e di distogliere l’attenzione dai propri crimini». Da qui la richiesta di inserire il Corpo delle Guardie della Rivoluzionarie (Pasdaran/IRGC) nella lista delle organizzazioni terroristiche. Nei giorni scorsi è salito alla ribalta internazionale il caso di Nika Shakarami, 16 anni, arrestata dalle Guardie del regime iraniano il 20 settembre 2022, scomparsa per dieci giorni e ricomparsa, senza vita, in un obitorio di Teheran. Il regime ha parlato di suicidio, ma la ragazza è stata violentata e uccisa dalla polizia morale. E anche Amnesty International ha lanciato un appello per salvare il rapper iraniano Toomaj Salehi, «condannato a morte per i testi delle sue canzoni e per aver sostenuto il movimento Donna vita libertà».