In due processi, aggiunti tre anni di detenzione per Maryam Akbari, una delle prigioniere politiche trattenute in prigionia più a lungo in Iran

L’estensione della sua condanna a 18 anni ostacola il suo rilascio al termine della pena scontata di 15 anni
Appello urgente all’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, al Consiglio diritti umani e agli altri sostenitori per garantire la libertà di Maryam Akbari

La magistratura del regime clericale ha condannato la prigioniera politica Maryam Akbari Monfared a ulteriori 3 anni di carcere attraverso due falsi dossier presentati dal Ministero dell’Intelligence. Questi casi sono stati ascoltati in tribunali organizzati a Semnan ed Evin, ostacolando il rilascio della prigioniera, dopo che la stessa aveva scontato una pena di 15 anni. Ora affronta un totale di 18 anni di prigionia.
La dichiarazione della Segreteria del CNRI il 28 agosto 2023 affermava: “Il Ministero dell’Intelligence (MOIS) ha avviato due nuovi casi contro Maryam Akbari per impedirne il rilascio. Uno la accusa di ‘propaganda contro il regime’, mentre l’altro le imputa ‘oltraggio al Supremo Leader (Khamenei), incitamento alla rivolta, diffusione di menzogne e disturbo dell’opinione pubblica, incitamento contro la sicurezza nazionale’.”
In un’altro passaggio, la dichiarazione aggiungeva che la Corte Penale di Semnan, ramo 101, aveva emesso “ulteriori due anni, insieme a una multa di 150 milioni di rial, come parte di una nuova sentenza absente reo”.
Successivamente, anche il Tribunale di Evin ha tenuto un processo farsa condannando Maryam Akbari a un altro anno di prigione in relazione al secondo caso.
Secondo un’altra dichiarazione della Segreteria del CNRI il 17 luglio 2023, la magistratura del regime ha trasferito la prigioniera politica Maryam Akbari Monfared dal suo luogo di esilio nel carcere di Semnan al Tribunale di Evin il sabato 1 luglio. Dopo essere stata imputata di cinque nuove accuse, è stata riportata al carcere di Semnan.
La magistratura dei mullah ha recentemente confermato le due sentenze e ha approvato l’estensione della condanna di tre anni, portandola a un totale di 18 anni di carcere. Secondo le leggi disumane del regime clericale, Maryam Akbari avrebbe dovuto essere rilasciata nel 2019 dopo aver scontato 10 anni della sua pena. Il “crimine” principale di questa prigioniera politica nell’ultimo decennio sarebbe stato, secondo la prospettiva del regime, quello di cercare giustizia per i martiri.
La sorella e i tre fratelli di Maryam Akbari sono stati giustiziati dal regime clericale negli anni ’80. Il membro dell’OMPI Alireza Akbari fu ucciso sotto tortura nel settembre 1981. Gholamreza Akbari fu giustiziato nel 1985. Roghiyeh Akbari e Abdolreza Akbari furono tra i prigionieri politici massacrati nel 1988.

Maryam Akbari è una delle donne politiche detenute più a lungo in Iran. Fu arrestata dopo la rivolta a Teheran il 27 dicembre 2009. Il famigerato giudice dei mullah, Abolqasem Salavati, l’ha condannata a 15 anni di prigione con l’accusa di “Moharebeh” (guerra contro Dio) “attraverso l’appartenenza alla Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (OMPI/MEK)”.
Maryam Akbari ha completato 14 anni di quella pena senza un solo giorno di permesso, nemmeno per cure mediche. Le autorità carcerarie l’hanno mandata in esilio interno nel 2021.
Il Comitato delle Donne del CNRI esorta ancora una volta l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, il Consiglio diritti umani, il UNSR per i diritti umani in Iran, il UNSR per la violenza contro le donne e altri difensori dei diritti umani e dei diritti delle donne a condannare fermamente il trattamento disumano del regime clericale verso i prigionieri politici, in particolare le prigioniere donne. Il Comitato delle Donne del CNRI chiede un intervento urgente per garantire il rilascio della prigioniera politica Maryam Akbari.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

1 Gennaio 2024

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