Il Parlamento Europeo condanna l’escalation delle esecuzioni in Iran, chiede sanzioni internazionali e la designazione come terrorista dell’IRGC

Il Parlamento Europeo, riunito a Strasburgo il 7 e l’8 febbraio, ha approvato una risoluzione comune che condanna il crescente numero di esecuzioni in Iran, e in particolare quella del prigioniero politico Mohammad Ghobadlou avvenuta il 23 gennaio.
La risoluzione, sostenuta da diversi gruppi del Parlamento Europeo, chiede indagini internazionali sulle gravi violazioni dei diritti umani commesse dalle autorità iraniane e la designazione del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) come organizzazione terroristica.
Evidenziando l’allarmante tasso di esecuzioni, 800 nel 2023 e 54 nel solo gennaio 2024, la risoluzione critica fortemente i processi iniqui che hanno portato alla condanna di molte persone, tra cui Ghobadlou.
Inoltre, il Parlamento Europeo ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato di tutti i condannati a morte e dei prigionieri di coscienza, in particolare dei cittadini europei Ahmadreza Djalali e Johan Floderus. Ha sollecitato una nuova e forte strategia dell’Unione Europea nei confronti del regime iraniano, con misure per contrastare la sua diplomazia degli ostaggi.
La risoluzione esorta il Consiglio Europeo a spingere per la designazione dell’IRGC come entità terroristica e a imporre ulteriori sanzioni contro individui ed entità coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani, tra cui la “Guida Suprema”, il presidente e il procuratore generale del regime. Gli Stati membri sono stati esortati a monitorare i processi secondo le linee guida dell’UE sui difensori dei diritti umani e ad organizzare visite alle carceri che detengono prigionieri politici, fra i quali cittadini dell’UE.
Inoltre, gli Stati membri sono stati invitati ad avviare indagini penali su individui responsabili di gravi violazioni dei diritti umani coperte dalla giurisdizione internazionale. La risoluzione ha anche sostenuto il rinnovo del mandato del Relatore Speciale delle Nazioni Unite sull’Iran e l’istituzione di una missione internazionale indipendente di accertamento dei fatti in occasione della prossima sessione del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite.

Di seguito gli interventi di alcuni membri del Parlamento Europeo.

On. Guy Verhofstadt (ex Primo Ministro del Belgio):
Oggi, credo, in tutti i dibattiti che ho seguito, questo è l’unico punto su cui c’è consenso tra tutti i gruppi qui in Parlamento. La nostra politica nei confronti dell’Iran è un completo fallimento. Un completo fallimento. Lo si vede tutti i giorni. Esecuzioni. L’Iran è dietro Hamas, gli Houthi, Hezbollah e gli attacchi contro le strutture militari statunitensi. La consegna di armi continua e oggi sono pronti a fabbricare bombe, bombe atomiche. Quindi, abbiamo assolutamente bisogno di una nuova strategia e di una nuova strategia basata su tre cose. Innanzitutto, sanzioni più massicce fino al rilascio di tutti gli ostaggi. Questo sarebbe un approccio. In secondo luogo, il riconoscimento della Guardia Rivoluzionaria Islamica come organizzazione terroristica. Domani, se possibile. E, infine, riconoscere l’opposizione e la Resistenza come i veri rappresentanti del popolo iraniano e non più i mullah.

On. Stanislav Polčák:
Almeno 360 prigionieri sono stati giustiziati dal 7 ottobre 2023 – l’inizio della guerra, chiaramente sponsorizzata dal regime iraniano. La testa del serpente, che si trova a Teheran, deve creare una crisi esterna perché non può affrontare la rivolta del popolo iraniano contro il regime. Le esecuzioni sono la loro tattica per mettere a tacere.
Maryam Rajavi, leader dell’opposizione iraniana, è venuta più volte al Parlamento Europeo e ha affermato che dobbiamo condizionare ogni rapporto con il regime iraniano. Dopo tutte queste esecuzioni, non è forse giunto il momento? Ogni giorno sentiamo i nomi di molte persone giustiziate dal regime. Mentre il regime continua a uccidere, l’UE deciderà di intraprendere un’azione forte? Quando designerà l’IRGC come entità terroristica?


On. Antonio López-Istúriz White, a nome del gruppo PPE:
Innanzitutto, grazie agli autori per questa tempestiva risoluzione. Oggi parliamo ancora della morte di un’altra persona, dell’assassinio di un altro giovane, un iraniano morto per mano della tirannia del regime degli ayatollah. Sono tre ogni giorno le persone giustiziate in Iran, anche donne e minori. È importante sapere che questo non sta accadendo solo in Iran ma anche nelle strade d’Europa contro persone che lottano per la democrazia in Iran. Un ex membro del Parlamento Europeo e vicepresidente di questa Camera, Alejo Vidal Quadras, è stato colpito al volto da un colpo di pistola il 9 novembre a Madrid, Spagna, Europa. Questo sta succedendo qui. Il regime sta cercando di mettere a tacere tutti coloro che dicono la verità, coloro che denunciano le atrocità e lottano per un futuro democratico in Iran. Signor Borrell, i governi europei non abbiano più accordi stabili con il regime.

On. Dorien Rookmaker, a nome del Gruppo ECR:
Ogni martedì i prigionieri politici del carcere di Evin in Iran attuano uno sciopero della fame contro la pena di morte. Essi ascoltano il nostro messaggio dal Parlamento Europeo. E qual è questo messaggio? Il regime iraniano viola costantemente i diritti umani e la democrazia. E il popolo iraniano ha il diritto di cercare il cambiamento attraverso qualsiasi forma legittima di resistenza. L’UE deve sostenere la sua resistenza. Come? Inserendo nella lista nera l’IRGC, lo strumento di oppressione del regime. Il regime ha recentemente giustiziato Mohammad Ghobadlou, un coraggioso giovane iraniano. E non dimentichiamo Mariam Akbari Monfared, madre di tre figli, che ha scontato quindici anni di carcere e recentemente è stata condannata ad altri tre anni. Mi devo fermare qui perché l’elenco è troppo lungo. Sappiamo tutti che il regime iraniano è il peggiore al mondo. Nel 2023 ha effettuato oltre 870 esecuzioni per mettere a tacere l’opposizione. Quando si farà sentire l’UE?

On. Susanna Ceccardi:
L’impiccagione di Mohammad, un oppositore del regime mentalmente disabile, è un altro passo nell’infamia dell’ayatollah. Ma, con grande onestà e profondo dolore, dobbiamo riconoscere che le continue condanne a morte emesse dal regime iraniano contro giovani donne e uomini, colpevoli solo di rivendicare la democrazia, non fanno più notizia in Europa. Allo stesso modo, lo sterminio delle minoranze, come i baluci e i curdi, che avviene in questi giorni, passa inosservato. I media europei seppelliscono sistematicamente queste notizie, coprendole con pagine e pagine di presunte violazioni dei diritti umani in Ungheria, Slovacchia e così via, perché sono scomode per lo Stato profondo globalista.
D’altro canto, nonostante i nostri ripetuti appelli ad un’azione seria, l’Unione Europea ha scelto di fingere di sanzionare l’Iran, ma non lo ha fatto. Sappiamo che il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie, attorno al quale ruotano tutte le attività illegali del regime e che è molto attivo in Europa, conta quasi 200.000 membri attivi, eppure l’Unione Europea ne ha sanzionati solo 216. Non è scandaloso per le vittime di quegli assassini e per la nostra intelligence?
L’unico segno di speranza in questa triste situazione è che dobbiamo lodare tutti quegli uomini coraggiosi come Mohammad, che protestano per i diritti delle donne: sono in prima linea nei nostri valori e stanno ancora rischiando la vita.

Il Commissario Europeo per l’Uguaglianza Helena Dalli ha denunciato la recente esecuzione di Mohammad Ghobadlou. Ha evidenziato che questa esecuzione fa parte di uno schema inquietante in Iran, segnalando un forte aumento rispetto agli anni precedenti e in particolare contro individui appartenenti a specifiche minoranze etniche.
Dalli ha affermato che l’uso della pena di morte come mezzo per sedare il dissenso mostra l’allarmante stato dei diritti umani in Iran e che i diritti fondamentali, come la libertà di credo e di espressione, devono essere salvaguardati in ogni momento, sia nella sfera privata che in quella pubblica. Ha ribadito l’appello dell’Unione Europea all’Iran affinché mantenga i suoi impegni internazionali ai sensi del diritto internazionale stabilito, compreso il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, e ha detto che è imperativo per il regime iraniano garantire l’intera gamma dei diritti umani a tutti i suoi cittadini.

Fonte:NCRI

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