Il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite rinnova i mandati per la Missione d’inchiesta e il Relatore Speciale sull’Iran

In una sessione attentamente monitorata tenutasi a Ginevra, in Svizzera, il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (UNHRC) ha votato per rinnovare i mandati della Missione d’inchiesta sull’Iran e del Relatore speciale sull’Iran. La decisione è stata adottata il 4 aprile.

Il rinnovo dei mandati arriva dopo che la Missione d’inchiesta, istituita nel novembre 2022 durante la rivolta iraniana, ha pubblicato il suo primo rapporto l’8 marzo. Il rapporto descrive nel dettaglio le diffuse e prolungate violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime iraniano durante le proteste del 2022. In particolare, è stato riscontrato che le violazioni hanno preso di mira in modo sproporzionato donne e ragazze, minorenni, nonché minoranze etniche e religiose. Gli esiti dell’inchiesta hanno sollevato gravi preoccupazioni a livello globale, spingendo a richiedere ulteriori indagini e definizione delle responsabilità.
La Resistenza iraniana ha dichiarato che l’estensione del mandato della Missione internazionale d’inchiesta e del Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani in Iran da parte del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e dei suoi Stati membri risponde a una necessità urgente nella lotta contro i crimini contro l’umanità ed è un requisito di lealtà ai valori universali dei diritti umani.
Il primo rapporto della Missione d’inchiesta, pubblicato il mese scorso, conferma che il regime ha commesso “crimini contro l’umanità” durante la rivolta del 2022 in Iran.
Il regime dei mullah ha commesso sistematicamente crimini contro l’umanità negli ultimi quattro decenni, il più flagrante dei quali è stato il massacro di 30.000 prigionieri politici nel 1988, che il Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani in Iran ha descritto in febbraio come un crimine continuativo contro l’umanità. Il massacro dei curdi, le esecuzioni di massa dei primi anni ‘80, il massacro di 1.500 manifestanti nel 2019 e di 750 manifestanti nel 2022 e l’accecamento sistematico dei manifestanti sono tutti esempi di crimini contro l’umanità.
Il massacro dei manifestanti nel 2022 è uno di una serie di crimini interconnessi contro l’umanità avvenuti negli ultimi quattro decenni, e come la signora Maryam Rajavi, presidente-eletta del CNRI, ha affermato fin dall’inizio, la Commissione d’inchiesta deve indagare su tutti i crimini del regime, in particolare sul massacro del 1988, e identificarne gli autori e i complici. Gli autori di quel massacro, tra cui Ebrahim Raisi, Gholam-Hossein Mohseni-Eje’i e Ali Khamenei, sono responsabili anche del massacro del 2022.

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